pp.128 brossura
L’inizio di una saga meridionale inserita in un mondo talmente reale da sembrare finto.
Don Fefè è un Oblomov in salsa jonico-salentina.
Ciccillo è un Sancho Panza sconfitto.
Alemanno ritorna all’attenzione dei lettori variando le sue caratteristiche: sfugge alla tragedia che caratterizzò Terra Nera e rispolvera la tradizione degli scrittori del Sud che dedicano il proprio “mestiere delle parole” all’umorismo, all’ironia, all’amarezza di un sarcasmo corrosivo.